sabato 27 ottobre 2012

TANTO TUONO' CHE PIOVVE...MA DEVE ANCORA NEVICARE

Cronaca LA STAMPA
26/10/2012 - il caso

Falsificava gli orari della segretaria
Arrestato il sindaco di Sauze d’Oulx

Mauro Meneguzzi, sindaco di Sauze d’Oulx
Timbrava il tesserino magnetico della donna e le rilasciava false dichiarazioni di presenza: le
accuse sono truffa aggravata e falso
Mauro Meneguzzi è ai domiciliari
torino
I carabinieri della Compagnia di Susa hanno sottoposto agli arresti domiciliari il sindaco di Sauze d’Oulx, Mauro Meneguzzi, e la sua assistente, Rita Bobba, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal GIP di Torino per truffa aggravata e falso del pubblico ufficiale in danno di un ente pubblico.

Le indagini, condotte tra marzo e luglio 2011 sotto la direzione della Procura di Torino, hanno consentito di accertare che Meneguzzi favoriva illecitamente la propria assistente nella certificazione dell’orario d’ingresso e d’uscita dal luogo di lavoro, timbrando il tesserino magnetico della donna o rilasciandole false dichiarazioni di presenza. 

mercoledì 24 ottobre 2012

JUVE ALT ALLA CONTINASSA

Come avere la botte piena e la moglie ubriaca. Dopo lo Stadium, la Continassa. Stoppato, per ora,
in Comune  il progetto della Juve

«L'ACCORDO va rivisto». Il coro, tra i consiglieri
di maggioranza, è pressoché unanime:
se la Juventus vuole l'area della
Continassa per quella cifra – 10,5 milioni
di euro – dovrà farsi carico di sgomberarla.
Fuoco di sbarramento sull'accordo firmato
a luglio tra la società e la giunta, per
porre le basi al progetto di trasferire alle
Vallette il training center della
“prima squadra”, insieme
alla costruzione di un quartiere
bianconero di 150mila
metri quadri. Opportunità di
riqualificazione, ma anche
grattacapo per l'assessore
all'Urbanistica Ilda Curti,
che deve trovare una nuova
sistemazione agli attuali inquilini
della zona: la società si impegna a
portare avanti il progetto solo «a condizione
che la città abbia liberato l'intera
area». Ma i consiglieri non vogliono fare
sconti alla Juve, soprattutto dopo che ha
chiesto il raddoppio delle cubature da destinare
a nuove case: da 6mila a 12mila
metri quadri. Qualcuno stima tra i 4 e i 5
milioni i costi per la ricollocazione degli
“sfrattati”. «La città non può farsene carico
», sostiene il presidente della commissione
Patrimonio, Alessandro Altamura
(Pd) che ha proposto un emendamento in
questo senso. Dello stesso avviso Marco
Grimaldi (Sel), e Gianni Ventura (Pd).
(Repubblica 26/10/12)

Mistero Ogbonna, ancora stop


Ogbonna (foto f:4)

Piscina di mattina, esercizi di potenziamento in “ammollo”, corsetta nel pomeriggio al centro Sisport senza forzare, al primo cenno di dolore stop e terapie anti-infiammatorie. La giornata di Angelo Ogbonna è ormai cadenzata dallo stesso ritmo da un paio di settimane, dallo stop in azzurro. Niente qualificazioni mondiali con l’undici di Prandelli, niente trasferta a Palermo, fermo per precauzione anche domenica prossima contro il Parma, con la speranza di almeno una delle due partite ravvicinate lontano da casa, contro Lazio e Napoli. Dopo quasi 600 giorni di gare ininterrotto l’Angelo granata ha dovuto saltare due partite consecutive, e chissà quante altre a singhiozzo prima che il problema venga risolto.Neppure il "mago" di Lecce al quale il difnsore granata si è recato martedì, ha promesso miracoli.
INFIAMMAZIONE La buona notizia dopo l’ultimo consulto, ha escluso che il problema sia pubalgico, un male oscuro difficile da debellare, infiammazione che senza uno stop lungo e forzato più trascinarsi e compromettere un’intera stagione. Ogbonna soffre di una nevralgia del nerbo pudendo, un’infiammazione dovuta alla compressione del nervo, dolorosa ed a fasi alterne, curabile con infiltrazioni di glucocorticoidi. La notizia meno bella è che l’infiammazione al nervo del pube è un problema sintomatologico, un dolore che va e viene curabile solo con il riposo e farmaci antiinfiammatori. A Palermo Ogbonna è stato sostituito egregiamente nel ruolo da Gillermo Rodriguez al debutto in granata. L’uruguaiano dovrà vedersela domenica all’Olimpico con Amauri, brutta gatta da pelare. “Quando ho firmato per la società granata ero consapevole di avere davanti a me un giocatore forte come Ogbonna. Il gruppo è sacro, gioca chi sta meglio, non mi permetterei mai di far polemica perché gioco poco, sarebbe una mancanza di rispetto verso i compagni”.

lunedì 22 ottobre 2012

SPORTellate: LETTERA A ROLANDO BIANCHI

SPORTellate: LETTERA A ROLANDO BIANCHI: foto f:4 Lettera a Rolando Bianchi Caro capitano, ti rubo due minuti del tuo tempo prezioso per sottoporti una semplice riflessio...

LETTERA A ROLANDO BIANCHI


foto f:4

Lettera a Rolando Bianchi
Caro capitano, ti rubo due minuti del tuo tempo prezioso per sottoporti una semplice riflessione. Nei giorni scorsi,e per l’ennesima volta, dei ragazzini della scuola calcio, pochi tra i molti che abbiamo che tifano ancora Toro, mi hanno chiesto come mai il loro capitano non parla mai, non si vede in televisione, non compare sui media. Una domanda alla quale ho dovuto rispondere con una bugia per salvare la tua immagine e quella della società. Di chi sia la colpa, chi per primo ha sbagliato, non è sede né mio interesse. La riflessione che ti sottopongo è una semplice constatazione: il tuo ruolo impone anche certe scelte, di metterci la faccia in parole povere. E se non accade quando le cose vanno discretamente bene, quando?. Il silenzio per un capriccio od una ripicca nei confronti della società ricade sui tifosi, su coloro che ti hanno eletto capitano e leader anche senza la fascia al braccio. Non basta tacitare i pochi della Maratona con una maglietta o una foto di soppiatto, la gente granata è quella che soffre e crede ancora nei valori del Toro (sempre che, appunto esistano ancora) in tutto il Paese, a cominciare dai bimbi di 5 anni. Non ricordo a memoria un solo capitano negli ultimi 30 anni che non abbia messo la faccia, anche nei momenti più difficili, Gianluca Comotto ai tempi del fallimento per non scomodare paragoni imbarazzanti come Cravero, Zaccarelli e indietro nel tempo. Mi fermo qui e nel caso mi autoinvito con i ragazzini della scuola calcio per una foto ricordo con il suo beniamino, purchè torni a ricoprire il tuo ruolo.   
f.b.

sabato 20 ottobre 2012

RODRIGUEZ L'ANGELO BIANCO

TORO A PALERMO SENZA OGBONNA


FOTO F.4

A Palermo per rialzare la testa. Ma non sarà facile. Ci vuole una gara da Toro, sudore e applicazione. Non ci sarà Angelo Ogbonna, bloccato da un principio di pubalgia, e Darmian, squalificato. Sotto la lente di ingrandimento la prestazione di Guillermo Rodriguez. Toccherà al difensore uruguaiano, al debutto ufficiale con la maglia granata, sostituire Ogbonna al centro della difesa in coppia con Glik. Una prova di fuoco dopo l’amichevole di una settimana fa, unica uscita, con Rodriguez protagonista nel bene (gol) e nel male, un paio di disattenzioni. “Ci vorrà la massima concentrazione, confido nell’aiuto degli altri 10” il commento alla vigilia di Ventura. “Rodriguez non è un pivellino, ha esperienza da vendere. Perché lui?. Perché esiste il rispetto dei ruoli nella mia squadra” il concetto di Ventura. Se uno è difensore centrale verrà sostituito da un altro difensore centrale e non da un compagni adattato al ruolo. Se non altro per rispetto di chi si allena e attende il suo turno, per non spaccare l spogliatoio, motivare chi non gioca, ritrovarsi musi lunghi in rosa. Per il resto, che Cerci e Stevanovic abbiano la meglio sulla corsia. Perché dopo il Parma sarà davvero dura.


giovedì 18 ottobre 2012

KAMIL GLIK "Non sono un bidone"

IL DIFENSORE DEL TORINO CERCA LA RIVINCITA CONTRO IL PALERMO


Glik contro il Pescara (foto f:4)

"Non sono un bidone e ve lo dimostrerò. La più bella soddisfazione? Devo ancora togliermela, e con la maglia del Toro”. Kamil Glik il giorno dopo l’impresa è stanco per il lungo viaggio, ma felice. Merito del primo gol con la maglia della Polonia contro l’Inghilterra, mica un avversario qualunque, un gol che vale doppio per chi di mestiere fa il terzino e segna con il contagocce, dopo aver reso la vita difficile ad un certo Rooney. Ieri pomeriggio alla Sisport, “Capoccione” soprannome coniato dai compagni di squadra, ha ricevuto i complimenti di Ventura e le manate di affetto sul testone da Bianchi e compagni prima di svolgere un allenamento differenziato, per recuperare le energie. Dopo la notte di Varsavia il difensore del Torino è atteso ad un’altra sfida personale, il ritorno da avversario a Palermo, società che ne detiene ancora parte del cartellino ma con la quale non ha mai giocato neppure un minuto. Spettatore a Palermo, comparsa a Bari in serie A prima dell’arrivo a Torino, titolare a fianco di Ogbonna nella nuova avventura, nella massima divisione. “La serie A me la sono guadagnata sul campo insieme ai miei compagni la stagione scorsa, come la convocazione in nazionale, merito del Torino se ho potuto lasciare il segno a Varsavia” confida Kamil. Miglior giocatore del match, titoloni sui giornali inglesi tutti per lui, ma ci vuole altro per far sciogliere “Camillo”, frettolosamente bollato da qualcuno come scarso solo un anno fa per una gara storta, a Modena. Quest’anno ha rischiato di finire nuovamente nel tritacarne per un rigore concesso alla Samp nel finale di gara, il bis contro il Cagliari, incolpevole in questo caso. Ventura lo ha protetto, come i compagni di squadra, e Glik dopo Genova ha chiesto scusa ai tifosi su twitter per l’errore, troppo irruento, troppo stanco per togliere la gamba. La maturità passa anche da questi episodi. Come la crescita “forzata” e la delusione della Liga. A 18 anni Glik si ritrova per un provino in Spagna e finisce sotto contratto, 3 anni, con il Real Madrid, destinazione la squadra B. Qualche allenamento con i fenomeni, con la prima squadra, da Raul a Schuster a Beckham, ma per Kamil è troppo poco. Chiede di allenarsi con maggior frequenza con i “fenomeni”, permesso negato. Glik, polacco tenace, che fino a 16 anni giocava in porta, fa di testa sua e se ne torna a casa. Non che il Palermo abbia creduto in lui dopo averlo portato al nostro calcio, in prestito a Bari. “Meglio così, gioco nel Toro, in serie A e domenica posso prendermi la mia piccola rivincita, voglio dimostrare che hanno sbagliato a cedermi subito: ci sono rimasto male”.