giovedì 30 maggio 2013

Il peso di Ale



"Non ho trovato il biglietto neppure dai bagarini". Ironico, pronto alla battuta, così se l'è cavata Alessandro Del Piero, con classe e senza polemica a chi gli chiedeva come mai pur essendo a Torino da tre settimane non avesse partecipato alla festa dello scudetto. Niente invito allo stadio per l'ultima contro il Cagliari allo Juventus Stadium, "dimenticato" anche per la Partita del Cuore, passerella e show a scopo benefico organizzato dalla Famiglia. Alessandro Del Piero l'ha presa bene, ha fatto spallucce, consapevole che la sua presenza crea non pochi imbarazzi nella Juve di oggi, non fosse perchè Ale rimarrà per sempre nel cuore del popolo juventino a differenza di chi oggi vive di luce riflessa, timoroso che la nuvola di Ale possa oscurare la propria immagine. "Che dire?. Finchè gioco e segno rispondo con la mia linguaccia".

martedì 21 maggio 2013

Cairo-Ventura salta il vertice, le lacrime di Bianchi, difesa a 3 si comincia da Bormio



 Alzare l’asticella e ricompattare la piazza, impossibile il primo obiettivo senza il contributo del secondo. Oggi il presidente del Torino Urbano Cairo compie 57 anni, un compleanno lontano da casa, dal posto di comando di via Magenta a Milano, e dal Torino calcio, un mix quest’ultimo di business e passione. Impegni televisivi impellenti costringeranno a Roma per pianificare il futuro de“La7” il patron del Toro per tutta la settimana. Rinviato il vertice di mercato con il ds Petrachi ed il tecnico Gianpiero Ventura, che in assenza del presidente si vedranno comunque a Bari, il summit milanese si terrà nel week-end, indispensabile per mettere a fuoco gli obiettivi di mercato e tranquillizzare l’allenatore sul  proprio futuro (1 anno ancora di contratto) dopo la battuta sibillina di fine stagione. “Per quanto mi riguarda resto al Toro, poi è la società a decidere, con o senza di me l’importante è che il Torino sia in A”.
  Centrata la salvezza senza mai soffrire nel corso della stagione, ci si sarebbe aspettato qualcosa in più negli ultimi due mesi del sedicesimo posto, l’ultima vittoria il 17 marzo con la Lazio, dopo ben 5 sconfitte e quattro pareggi. Per alzare l’asticella e puntare la prossima stagione alla sinistra della classifica, bisognerà ripartire dagli errori di mercato e dalle lacune da colmare nella rosa che ha pagato di inesperienza e mancanza di qualità nel finale di campionato, rosa che nel prossimo mese è destinata a perdere petali importanti tra fine prestiti e riscatti. Su tutti quello di Rolando Bianchi, che domenica sera si è congedato dopo cinque stagioni in granata dal suo pubblico con un paio di stilettate nei confronti della società.
SASSOLINI BIANCHI Scaduto il contratto senza ripensamenti dell’ultima ora, Rolando Bianchi da oggi è in vacanza e libero di scegliere la miglior sistemazione. “Al di là dei soldi mi piacerebbe tornare a divertirmi perché in questi cinque anni sono arrivato che ero un ragazzo, lascio da uomo e giocatore ma è stata una sofferenza. Il futuro?Mi piacciono le sfide, le piazze cariche di passione (ndr è ad un passo dal Genoa). Cinque anni a Torino non si dimenticano, sono orgoglioso di aver indossato questa maglia. Sono molto rammaricato e dispiaciuto per come è finita –prosegue Bianchi sui titoli di coda- mi sarei aspettato di giocare dall’inizio almeno l’ultima partita, ora capite chi non mi ha voluto al Toro. E’ il modo che non ho digerito, non ho sentito nessuno della società per un anno, ho sempre rispettato tutti anche se qualcuno nemmeno mi salutava, forse al presidente sono state riportate cose non vere, il tempo sarà galantuomo ma nel calcio la riconoscenza non esiste”.
Non potrà sbagliare la società nell’individuare l’erede di Bianchi, capitano che ha diviso la tifoseria tra pro e contro, e motivare lo stesso Ventura, per molti apparso in alcuni momenti della stagione poco conciliante con alcuni giocatori o al cambio di modulo, ritorno al 3-5-2 come ai tempi del Bari in A.