mercoledì 25 luglio 2012

JUVE-TORO GAMBA LUNGA BRACCIO CORTO


Prendiamo ad esempio Juventus e Torino come simboli, estremi di un calcio che rischia il default da solo, con le proprie mani. Nonostante di voglia non vedere, al di la' dei richiami di facciata del presidente del Calcio, Platini, la forbice tra poche squadre ricche, o comunque con rischio di crack puntellato da iniezioni in milioni o petrodollari dai patron, e le povere, e' al punto di rompersi. Juve e Toro dunque. La prima ha ripreso la strada tracciata da Giraudo, top player, spese al top con un piccolo particolare, allora non erano n'è la Famiglia ne' la Borsa a sostenere gli investimenti ma la capacita di equilibrio tra entrate ed uscite. Oggi non e' così e non basterà il solo stadio esaurito ad evitare sorprese. Tra incassi da stadio e Champions entreranno mal contati 70 80 milioni di euro a copertura delle spese vive, stipendi giocatori e spese di routine di gestione della società dal bilancio gia in rosso. A fine mercato le cessioni non basteranno per coprire un rosso intorno ai 50 milioni spesi anche in questa estate. Senza Champions, senza semifinali il rischio default e' reale ma i dirigenti bianconeri, come sperano prima o poi anche Milan e Inter tornate in pista, mirano allo strappo, ad un Europa a 12 come ai tempi della Tirade. basta dirlo e poi forse e' giusto così. Il gap lo si vedrà in campionato, chi la gamba lunga e chi, almeno dodici squadre corte, cortissime. Il Toro e' tra queste ma non c' e' da stupirsi. Cairo avrà il braccino corto, fin troppo oculato ma il calcio oggi impone questo. Chi non ha mezzi deve usare la fantasia, organizzazione, contatti, anche extra comunitari. Trenta milioni di euro tra Lega e sponsor bastano...solo per salvarsi, una guerra tra poveri. Importante e' prenderne atto, tifosi in primis. Meglio una Superlega europea ed un campionato vero combattuto per chi resta di questo. A chi fa comodo andare in guerra contro un esercito di Masaniello?

TORO / A Belluno contro la Lazio? Vives, denuncerò chi mi ha calunniato



SAPPADA (BL) “Sono sereno, per altri saranno giorni di tensione o non dormono la notte io cono in pace con la mia coscienza. Non ho mai conosciuto nessuno di “quelli” né avuto mai a che fare neppure sul campo”. Giuseppe Vives, centrocampista granata, attende con impazienza di gettare alle spalle gli schizzi di fango che si è trovato addosso solo per essere il capitano di un Bari-Lecce “combattuto fino alla morte tanto che Olivera ci ha rimesso il legamento crociato”. E’ stato interrogato per cinque minuti, non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, eppure basta poco per sporcare una carriera. A vicenda chiusa è deciso ad andare fino in fondo assistito dai prorpi legali. Del calcio sporco non ne vuol sapere. “Il presidente Cairo all’epoca ci ha regalato parole che ci mi hanno fatto molto piacere. Siamo tornati in A e quello che conta ora è rimanerci”. “Le prime sensazioni sono buone anche se siamo a lavori in corso, il gruppo non ancora al completo. Giocare in A con la maglia del Toro per tre anni in B è una sensazione bellissima”.
L’obiettivo?. Centrare la salvezza, 40 punti, il più presto possibile
E toglierci qualche soddisfazione con una grande. Con la maglia del Lecce ho battuto la Juve, il Napoli, abbiamo pareggiato con contro Inter e Milan, se hai fame puoi. Attendo il derby come i nostri tifosi, cercheremo di regalare una gioia dopo 17 anni di attesa”.
RISCHIO INCIDENTI Notizia a margine del ritiro ormai agli sgoccioli il possibile spostamento per motivi di sicurezza (tra le due tifoserie non corre buon sangue) dell’amichevole contro la Lazio in programma domani alle 15 da Auronzo, allo stadio di Belluno, stessa ora.